«La celebrazione è riconoscenza; è una preghiera che nasce dalla gratitudine. E’ riconoscere il dono che ci è stato fatto… Non preoccuparti di organizzare feste… sciogliti i capelli, togliti le scarpe, e inizia da subito a sguazzare nelle pozzanghere. A ogni istante la festa accade ovunque intorno a te»
«Essere vivi è un dono immenso, eppure molta gente è ingrata: ha dimenticato come ringraziare. Non prova mai meraviglia di fronte all’esistenza, non sente mai una gratitudine così grande da essere spinta a inginocchiarsi e inchinarsi alla terra. Quelle persone sono diventate come pietre: non hanno sentimenti, non sanno più vedere. A causa di quella gente – ed è la maggioranza – la vita intera è diventata sgradevole: è a causa di queste persone che la vita ha perso la sua gioia, la sua celebrazione, la sua festosità.
Ricordati: gli animali possono giocare ma solo l’uomo è capace di festeggiare, di celebrare. Il semplice fatto di essere vivi è già una festa. Poter godere anche un solo istante della pioggia, vedere il sole e camminare sulla spiaggia, vedere anche per un solo momento le stelle è sufficiente per far diventare una persona religiosa. Per celebrare sono necessari gli alberi, gli uccelli e le stelle, e già esistono: di cos’altro hai bisogno? Vuoi avere una corona in testa ed essere imprigionato in un palazzo dorato? In realtà, in una situazione simile, celebrare diventerebbe molto più difficile: hai mai visto un imperatore ridere, danzare e cantare per strada? No, è ingabbiato, è imprigionato dalle buone maniere… In realtà, più ti preoccupi di essere speciale, più difficile diventerà poter danzare. Sii ordinario. Non c’è niente di sbagliato nell’essere ordinario perchè nella tua ordinarietà sei straordinario. Ho notato che, se ti lanci nella danza, la tua energia inizia a fluire immediatamente. E più danzi, più la tua energia fluisce e più acquisti la capacità di fluire. E’ l’ego e non la vita ad aver bisogno di condizioni da soddisfare.
Ogni predicatore continua a dirti che sei una persona ordinaria, come osi quindi metterti a celebrare? Devi prima diventare un Buddha, devi prima diventare un Gesù, un Maometto; solo allora puoi celebrare. Ma la verità è esattamente l’opposto: se sei capace di metterti a danzare, allora sei un Buddha; se sei capace di celebrare, sei già un Maometto; se riesci ad essere pieno di beatitudine, sei già un Gesù.
Lascia che la vita ti penetri. Sii più aperto e vulnerabile, sii più sensibile, più intuitivo. Ci sono piccole cose meravigliose tutt’intorno a te. Prova a osservare un bambino: portalo ai giardini e osservalo. Dovresti essere esattamente come lui: in estasi, colmo di meraviglia. Si mette a rincorrere una farfalla, coglie un fiore, gioca col fango, si rotola nella sabbia. Il divino lo pervade da ogni direzione. Se sei capace di vivere colmo di meraviglia, sei capace di celebrare. Non vivere nel sapere, vivi nella meraviglia. Vivi come se non conoscessi nulla! Prova, provaci! Non perderai niente se ci provi, e potresti guadagnare tutto».
Testo tratto da:
Osho – “I Tarocchi nello spirito dello Zen” – Edizioni Lo Scarabeo