Oggi, 18 agosto 2018, è una giornata epocale per noi torinesi e non solo… Non ne immaginate il motivo? Cristiano Ronaldo (CR7 per gli “amici”) ha appena giocato la sua prima partita ufficiale con la maglia della Juventus, contro il Chievo Verona!
Il tam-tam che in queste ultime settimane è dilagato su giornali, tv e internet a proposito dello “sbarco del marziano sul suolo torinese” è stato di una noia senza precedenti. Tuttavia…
Se è vero, come è vero, che Ronaldo è un uomo come tutti gli altri, bisogna anche ammettere che, in quanto essere umano, rappresenta davvero un modello da seguire, la perfetta applicazione pratica dell’equazione:
talento + impegno e lavoro su di sé = felicità
Ho sentito alcuni giornalisti affermare che Ronaldo e la sua famiglia sembrano essere veramente molto felici: sono certa che sia vero, e che ciò non dipenda dal – seppur astronomico – conto in banca, bensì da una filosofia di vita vincente. Ronaldo, certo, è un uomo di grande talento e prestanza fisica (tanto che, se i concetti di fortuna e sfortuna fossero reali, potremmo pensare che sia stato casualmente favorito dalle stelle in maniera esagerata), ma è soprattutto una persona che ha compreso che il talento deve essere instancabilmente coltivato, per poter offrire frutti succosi e duraturi: viene descritto da più parti come un grande professionista, che antepone sempre il dovere al piacere, allenandosi in maniera scrupolosa e ricercando il perfezionismo in ogni ambito della sua esistenza. Sì, credo proprio che il “marziano” abbia capito che l’impegno applicato al talento personale è la chiave dell’autentica felicità, quella felicità che non può essere realmente intaccata da nulla.
Direte: certo, ma non tutti hanno la fortuna di nascere con delle doti innate così eccezionali.
Rispondo: certo, ma tutti gli esseri umani – tutti, senza distinzioni – vengono al mondo con almeno un talento che li distingue dagli altri e che devono imparare a coltivare.
Per quanto mi riguarda, credo di aver trovato la felicità nel momento in cui sono riuscita a conciliare il mio amore per la scrittura con quello per i Tarocchi: la scoperta di questo talento è stata, per me, un’autentica rivelazione in grado di cambiare radicalmente la percezione che ho di me stessa e del mondo in cui vivo.
Sono convinta che la causa principale dell’infelicità che affligge molte persone risieda proprio nella difficoltà a scoprire o, comunque, a “coccolare” i propri talenti. Talvolta, infatti, come nel caso di Ronaldo, questi si svelano in maniera evidente fin dalla più tenera età; più spesso, però, i nostri talenti tendono a rimanere celati: tocca a noi, allora – proprio come farebbe l’Eremita dei Tarocchi – sollevare la lanterna del discernimento e andare a cercarli nel profondo della nostra Essenza.
Tale ricerca può rivelarsi assai difficoltosa, anche a causa delle aspettative – e delle pretese – che la famiglia e la società riversano su di noi praticamente fin dalla nascita. Il mondo, infatti, incoraggia grandemente i talenti – come quello del gioco del calcio – potenzialmente in grado di attrarre popolarità e, possibilmente, un sacco di quattrini. Al contrario, tutte le abilità considerate troppo originali o, comunque, non monetizzabili, vengono puntigliosamente svalutate e ostacolate. Dubito, ad esempio, che sia considerata un’attitudine da coltivare la capacità di stare fermi in meditazione: a mio modo di vedere, invece, questo è davvero un grande talento, in grado di apportare grandi benefici all’esistenza di chi lo possiede.
Vi consiglio, dunque, nel caso non l’abbiate ancora fatto, di mettervi subito alla ricerca delle vostre abilità innate, senza farvi spaventare dalle voci contrarie, che potrebbero provenire anche dai vostri condizionamenti interni: la ricerca della felicità è una Sposa che richiede grande impegno e dedizione ma che, in cambio, saprà donarvi Tutta Se Stessa, all’infinito…