Da molti anni, ormai, mi capita di vivere un’esperienza molto particolare… Non so per quale motivo, ma non ho mai avuto occasione né ho sentito il bisogno di parlarne con nessuno: per questa ragione non so se si tratti di qualcosa di molto personale oppure di un’esperienza comune a tanti. Mi succede, dunque, di svegliarmi quasi tutte le mattine (ma spesso anche nel cuore della notte) con in mente le note e le parole delle canzoni più disparate: canzoni italiane o straniere, recenti o risalenti ad anni passati… Canzoni che in genere ho ascoltato da poco tempo alla radio o tramite altri canali, ma che talvolta – circostanza, questa, piuttosto sorprendente – non sento più da anni, tanto da non conservarne quasi più il ricordo cosciente. Le parole delle canzoni che odo in sogno sono altrettanti messaggi che mi vengono inviati dall’Universo o, in egual misura, da parte di persone che conosco e con le quali magari, per molteplici ragioni, non riesco ad avere un dialogo aperto nella vita quotidiana: naturalmente, sto parlando di messaggi veicolati dall’Anima e, dunque, del tutto svincolati dalle complicate trame dell’ego. Questi messaggi, insomma, tendono a creare unione e armonia là dove l’ego vede quasi esclusivamente divisione e sospetto. E’ una bellissima esperienza che, come ho detto, si ripete quasi tutte le notti, con pochissime eccezioni dovute, ad esempio, a stanchezza o eccessivo stress che mi impediscono di rilassarmi, oppure ad un evento particolare che sta per verificarsi… compresa, talvolta, la morte di una persona cara.
Amo la musica leggera, anche se spesso essa viene trattata con sufficienza da parte dei cultori della musica più impegnata. In questo momento, c’è una canzone in particolare che fa vibrare la mia Anima: si tratta di “Un altro giorno sulla Terra”, interpretata da una sempre più emozionante e ispirata Dolcenera. Il testo della canzone è straordinariamente in sintonia con il mio modo di “sentire” la vita: contiene un’esortazione a tenere sempre lo sguardo rivolto al cielo per non farsi travolgere dalla precarietà e dalla confusione dell’esistenza e per trarne, anzi, la forza necessaria a cavalcare quella stessa precarietà.
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Sto leggendo, poco per volta, un piccolo ma delizioso libro scritto da Niccolò Branca e intitolato “Ritorno al Cuore”, nel quale il lettore viene accompagnato, mese dopo mese, in un viaggio animico alla riscoperta della propria autenticità. Nel capitolo dedicato al mese di Agosto, l’autore dedica un capitolo ad un fenomeno davvero suggestivo, che può essere definito il “canto delle stelle”. Troviamo scritto che:
«La scienza lo ha affermato: anche le stelle generano un loro canto. Gli scienziati hanno spiegato che, studiando l’interazione di un laser ultra-intenso con il plasma stellare, si sono trovati di fronte a qualcosa di inaspettato: l’evidenza sperimentale che le stelle producono suoni. La lettura di questa notizia mi ha subito riportato alla mente l’antico concetto filosofico della Musica delle Sfere, secondo cui i movimenti dei corpi celesti, rispondendo a una perfetta armonia di numeri e proporzioni, produrrebbero una forma di musica non udibile dall’orecchio umano. Una sorta di moto vibrazionale che, da un’origine iniziale non dissimile dall’OHM delle filosofie orientali, attraversando la galassia si compone e si arricchisce di forme e proporzioni matematiche, fino ad arrivare sulla Terra.
In effetti, in diverse epoche e a diverse latitudini, l’umanità ha sempre cercato di stabilire una correlazione tra sé e la vibrazione armonica dell’universo, probabilmente alla continua ricerca di una sintonia tra il vibrare interiore e quello esteriore.
Ora la scienza ci conferma che quella musica, che da sempre l’uomo ha immaginato provenire dalle stelle, può esistere, ma noi non siamo in grado di udirla. C’è qualcosa di struggente e poetico in quest’immagine delle stelle che non smettono di cantare, anche se nessuno può sentirle. E’ un canto senza perchè, e il suo bello consiste proprio in questo.
Tutto, nel nostro mondo, esiste come vibrazione di energia cosciente che giunge a noi come un dono prezioso, circondando e permeando ogni cosa. Noi non siamo in grado di percepirla, ma possiamo sintonizzarci con essa mettendoci in profondo contatto con quella vibrazione che costituisce la vita dentro di noi».