Anche quest’anno sta per debuttare la Primavera: mercoledì 20 marzo sarà infatti il giorno dell’Equinozio, così chiamato perchè le ore di luce e di buio che lo caratterizzano sono all’incirca equivalenti. Nel primo giorno di Primavera il Sole entra nel segno dell’Ariete, dando così inizio all’anno astrologico. Si osserva, dunque, il passaggio dai valori acquatici del segno dei Pesci a quelli di fuoco rappresentati dall’Ariete. Il dio Marte, da cui il mese prende il nome, è qui inteso nelle sue caratteristiche fecondatrici: egli è, infatti, colui che dona il seme alla terra.
Nel corso dei secoli, pur nella differenza di luoghi e culture, i riti equinoziali hanno tutti conservato le stesse caratteristiche: celebravano il risveglio della natura dopo la desolazione dell’inverno, la rigenerazione del corpo e dell’anima nella nuova stagione, la preparazione a grandi cambiamenti e alla rinascita spirituale.
Sui riti di primavera abbiamo notizie scritte fin dagli Assiro-Babilonesi, che dedicavano il giorno dell’Equinozio a Tammuz, amante e sposo di Ishtar, tornato sulla terra dopo aver dimorato nel regno sotterraneo. Le complesse cerimonie iniziavano il giorno dopo la Luna Piena e proseguivano fino all’ingresso del Sole in Ariete: un periodo contrassegnato da rituali di espiazione, digiuni, lavacri di purificazione, lettura pubblica dei testi sacri e rappresentazione di finte battaglie condotte contro la Terra che teneva imprigionato Tammuz, per aiutare il dio a liberarsi.
In Grecia, a primavera si celebravano i Piccoli Misteri a Eleusi, una città dell’Attica. Si narra che qui arrivò Demetra durante la ricerca della figlia Persefone, rapita dal dio dei morti, Ade; la sparizione e il ritorno di Persefone venivano ricordati con cerimonie che simulavano la morte mistica della natura, la rinascita, la fecondità e la rigenerazione. Il messaggio per gli iniziati ai Piccoli Misteri era la promessa di abbondanza materiale da parte della dea del grano, ma anche la liberazione dall’angoscia e dal dolore e un trattamento privilegiato dopo la morte.
A Roma si celebravano riti per Mithra, dio della luce. Presso i Celti, durante la festa di Ostara si ringraziavano gli dei per la nuova fioritura.
L’Equinozio di Primavera è ancora oggi concepito come un simbolico momento di eliminazione delle scorie che, nostro malgrado, accumuliamo fisicamente nel corso dell’inverno e, interiormente, durante i passaggi freddi e cristallizzati della nostra esistenza. Dedicatevi, perciò, con primaverile ardore alle pulizie in casa, in ufficio, nelle relazioni e all’interno di voi stessi. Buttate via le cose vecchie o regalatele. Liberatevi del superfluo. Aprite porte e finestre e con una scopa spazzate via la vecchia negatività. Aprite le mani e liberatevi dei sassolini che vi tengono inutilmente legati al passato, lasciate andare ciò che non vi serve più. Cercate di abbandonare quella vecchia, cattiva abitudine…
Nel libro “L’arte della magia” Phyllis Curott, sacerdotessa di una delle più antiche congreghe Wicca degli Stati Uniti, propone di salutare l’Equinozio con queste splendide parole evocatrici di luce, calore e rinascita:
«La primavera è qui! Questo è il momento del perfetto equilibrio, perchè il giorno e la notte sono uguali. Ma ora la ruota gira verso la luce, e la vita è rinata dal ventre della Terra. La Dea emerge dal Mondo di Sotto portando nuova vita tra le sue braccia, il Dio diventa più forte: il Sole è caldo, e la Terra è di nuovo verde. La fanciulla e il giovane ritornano e noi gioiamo di nuovo mentre le nostre vite riemergono dal tempo del sogno e assumono la loro forma. Piantiamo i semi di un nuovo raccolto, perchè la Terra è pronta e il Sole è alto!».