Che animale sei?

“Che animale sei?” chiedono Le Vibrazioni a un certo punto della canzone “Amore zen”. E’ una domanda arguta. A questo riguardo, voglio proporvi un gioco velocissimo, apparentemente banale ma in realtà davvero illuminante, che mi è stato proposto alcuni anni fa da un’amica. Provate ad oltrepassare le barriere che, normalmente, gli adulti innalzano quando vengono invitati a giocare, e seguitemi solo per pochi secondi.

Così, senza rifletterci. Qual è il primo animale che vi viene in mente?

Avete già la risposta? Bene. Di nuovo, senza rifletterci. Qual è il secondo animale che vi viene in mente?

Cornice 1

Avete individuato i vostri due animali? Sappiate, dunque, che il primo a cui avete pensato corrisponde alla domanda: “Che animale vorresti essere?”, mentre il secondo risponde alla domanda: “Che animale sei, invece?”. Inutile dire che l’esito di questo giochino potrebbe suscitare grande ilarità: niente da eccepire, infatti, se avete scelto creature nobili come il cigno o la tigre; che dire, però, nel caso in cui vi fossero balzati alla mente il maiale, l’oca o la gallina? 😉

In ogni caso, vi consiglio di cercare ogni genere di informazione sui vostri due animali, non soltanto dal punto di vista etologico, ma anche da quello delle leggende e dei miti che li riguardano: potreste scoprirne delle belle, davvero!

Che cosa avevo risposto io? Animale che avrei voluto essere: il lupo. Animale che ero in realtà: la martora. Niente di strano a proposito del lupo; quanto alla martora, di cui conoscevo solo il nome, era invece difficile comprendere da quale anfratto del mio inconscio fosse saltata fuori: facendo qualche ricerca su internet, ho scoperto trattarsi di un piccolo mammifero carnivoro simile alla faina, timido e schivo, che si dedica alla caccia prevalentemente di notte. Tra le sue caratteristiche salienti vi sono la grande agilità e la scaltrezza. E’ un animale che non crea problemi all’uomo: viene accusato di rosicchiare i rivestimenti in gomma dei motori delle auto in cui va a rifugiarsi ma, in realtà, è prevalentemente la faina a mettere in atto un simile comportamento. Un tempo, inoltre, si credeva – senza alcun fondamento di verità, in questo caso – che la martora, subito dopo aver assalito la preda, ne recidesse la carotide per nutrirsi del suo sangue. Credo che tale convinzione, per quanto errata, abbia generato un timore ingiustificato nei confronti di questa bestiola, contribuendo a tramandarne un’immagine di creatura infida, se non addirittura oscura.

Martora

Anche il lupo non ha avuto miglior fortuna nell’aneddotica popolare: in passato era considerato un pericolo per le greggi (ma, come direbbe qualcuno, gli animali selvatici non hanno la possibilità di servirsi all’Esselunga 🙂) e dunque è stato tramutato nell’anima nera delle fiabe.

Volendo giocare con i Tarocchi, potrei senz’altro associare alla martora l’Arcano XIII. Analogamente a quanto è accaduto al “mio” animaletto, anche questa carta è stata abbastanza fraintesa, a cominciare dal suo nome: non si chiama affatto “La Morte”, semplicemente non ha nome; raffigura, questo è vero, un evento traumatico come il taglio di mani e teste, ma la distruzione delle forme fa necessariamente parte della creazione: non sarebbe altrimenti possibile permettere al nuovo di avanzare. Alla meravigliosa figura del lupo, naturalmente, accosterei l’Arcano XVIII, La Luna, nel quale due cani o lupi si nutrono avidamente delle impressioni che l’astro notturno trasmette loro. Attraverso i miei due animali totem, dunque, i Tarocchi potrebbero raffigurare la mia più profonda essenza nel modo che segue:

La Morte e La Luna nei Tarocchi

Mi rispecchio moltissimo nel “profilo” disegnato da questi due arcani, che considero antitetici e, proprio per questo, complementari: il buffo scheletro e la pallida luna si guardano, lui totalmente proiettato nel futuro nella sua apparente opera di demolizione, lei nostalgicamente rivolta verso il passato. Anche queste due carte, proprio come la martora e il lupo, appaiono ambigue all’occhio dell’osservatore: lo scheletro senza nome taglia i ponti con il passato, ma lo fa semplicemente per permettere la mutazione delle forme; la Luna, d’altra parte, sembra tenera e materna, ma in realtà non è chiara, cela dei segreti con i quali i lupi affamati devono fare i conti, se vogliono progredire spiritualmente.

Mi sono sempre chiesta se sia vero che i lupi amano ululare alla Luna, come anche il Diciottesimo Arcano dei Tarocchi sembra suggerirci. Vi racconterò qualcosa al riguardo in uno dei prossimi articoli, che dedicherò a quello che considero ormai il mio animale totem.

Lupi bianchi ululanti