Ognuno di noi è connesso con tutto ciò che ci circonda (persone, animali, piante, luoghi, oggetti…): i segni e le sincronicità sono piccole magie che intervengono a ricordarcelo. Proprio per questo motivo nelle antiche culture si osservavano molto i segni. Si tenevano in grande considerazione, ad esempio, i mutamenti del cielo o il volo degli uccelli. Anche i filosofi dell’antichità, tra cui lo stesso Platone, si sono occupati del tema dell’interconnessione, fino a che, ad un certo punto della storia e dell’evoluzione umana, questo sapere ha cominciato ad essere etichettato come irrazionale. Grazie alla ciclicità che caratterizza il tempo e gli eventi, tuttavia, nulla è perduto per sempre: ogni cosa è destinata a ritornare, ad essere riscoperta, magari in forme differenti ma con identica sostanza. Nel mondo occidentale e contemporaneo, il tema delle coincidenze significative è stato ripreso dallo psichiatra Carl Gustav Jung, il quale ha elaborato il concetto di “sincronicità”. Questo fenomeno si ha quando due eventi, in apparenza del tutto slegati tra loro, si verificano simultaneamente, come se facessero parte del medesimo contesto significativo. Secondo questa visione, esiste una forza spirituale che sovrasta la mente razionale e che guida ogni nostro passo tramite messaggi che soltanto l’intuito può cogliere. Il ruolo dei segni consiste proprio nell’aiutarci a riscoprire (sempre che lo vogliamo, ovviamente!) il legame sacro che ci unisce ad ogni parte dell’Universo in cui viviamo.
Come aprirsi alla sincronicità?
Per aprirsi alla sincronicità occorre sviluppare una grande attenzione verso tutti i segnali provenienti dall’esterno, ma anche dall’interno del nostro corpo e della nostra psiche. Occorre impegnarsi per riuscire ad ottenere un’adeguata tranquillità interiore, in modo da entrare più facilmente in contatto con il proprio intuito. Il rilassamento, la meditazione e tecniche come lo yoga possono essere molto utili; tuttavia, oltre alla capacità di ascolto, è necessario sviluppare anche la FIDUCIA nei confronti dei segnali che l’Universo ci invia, perchè la fiducia ci aiuta ad andare oltre i dubbi generati dalla mente inferiore: si tratta di un’attitudine per nulla scontata, che si fortifica soltanto con il tempo e con l’applicazione costante. Abbiamo dato troppo potere alla nostra mente razionale: ora non dobbiamo demonizzarla – in fin dei conti, lei cerca di difenderci dai pericoli! – ma non dobbiamo neppure permetterle di invadere in maniera indebita la nostra esistenza.
Come riconoscere i segni?
Più si è aperti e curiosi, più si è portati a notare e a riconoscere le sincronicità, che appaiono in una molteplicità di forme ed espressioni. Il linguaggio è quello della metafora: se riusciamo a vedere un simbolo in ogni cosa e persona che ci circonda, tutto nella nostra vita può assumere grande valore e significato. Spesso riusciamo ad individuare un segno grazie alle emozioni e alla sensazione di riconoscimento che proviamo quando esso si manifesta. Caratteristica tipica dei messaggi e dei segni validi è la loro ridondanza: tendono, cioè, a ripetersi nel tempo, fino a diventare “squillanti” come dei campanelli.
Vi sono alcuni simboli che hanno un significato condiviso a livello di inconscio collettivo: l’acqua, ad esempio, rappresenta il mondo emozionale e l’energia spirituale, mentre l’arcobaleno richiama in noi l’idea della pace e della felicità. Molti segni, però, ricorrono in maniera più personale nella vita di ognuno di noi: potremmo magari sentirci legati ad un simbolo o ad un animale specifico, che si manifesta a noi in momenti particolarmente significativi.
Quando occorre operare una scelta, o ci si trova all’inizio di una relazione o di un progetto, è bene diventare ancora più ricettivi nei confronti delle sincronicità. I segni si fanno più frequenti anche quando stiamo affrontando una malattia o una perdita, e nei momenti in cui abbiamo qualcosa da celebrare e a cui brindare, come se l’Universo volesse festeggiare con noi!
I segni più comuni
Vi sono diversi tipi di segni. Vediamone alcuni:
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Segni guida. Ci aiutano ad agire in modo da allinearci con la missione della nostra Anima. In un momento di incertezza, ad esempio, potremmo imbatterci in un libro o in un articolo che ci permettono di vedere con più chiarezza la strada che dovremmo percorrere.
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Segni di cambiamento. Annunciano novità e ci supportano nei periodi di transizione. Sono utili anche per capire quando è il momento di agire e quando, al contrario, è preferibile aspettare.
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Segni di avvertimento. Ci avvisano che qualcosa non va, o che è necessario fermarsi a riflettere su alcuni aspetti della nostra vita.
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Segni di guarigione. Appaiono quando stiamo affrontando una malattia o un periodo difficile, come risposta alle nostre preghiere. Possono indicarci la terapia più adatta a noi o addirittura spingerci verso un medico in particolare.
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Segni inviati da angeli e guide spirituali per rassicurarci sulla loro presenza. Possono essere più riconoscibili (come nel caso di piume, cuori e farfalle), oppure più personali.
Come si manifestano le intuizioni?
Per aprirci sempre più alle sincronicità, dobbiamo necessariamente sviluppare la nostra capacità di riconoscerle. L’intuito si esplica attraverso quattro modalità principali, ovvero tramite le sensazioni fisiche, la visione sottile, le emozioni e, infine, i pensieri.
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L’intuitivo fisico decodifica le informazioni attraverso ciò che percepisce nel corpo in alcune circostanze particolari, ad esempio nel momento in cui tocca un oggetto o guarda una fotografia, o allorchè l’Universo sta tentando di comunicargli qualcosa.
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L’intuitivo spirituale ha accesso alla visione e alla percezione sottile: è in grado, ad esempio, di vedere l’aura, e di sapere da chi o da dove provengono i messaggi che gli vengono inviati.
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L’intuitivo emotivo riceve messaggi attraverso le emozioni che prova in alcune situazioni particolarmente significative: è come se provasse una sensazione di riconoscimento, capace di attivare nel suo animo una gioia profonda, istantanea.
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L’intuitivo mentale riceve messaggi tramite i suoi stessi pensieri, o attraverso la sensazione di “sapere”. Si tratta, però, di un pensiero ben diverso da quello analitico, poichè non elabora le informazioni ma si limita a riceverle, in maniera praticamente “indotta”.
In genere siamo portati per una specifica modalità di intuizione piuttosto che per le altre, ma lavorando su noi stessi potremmo riuscire a svilupparle tutte e quattro.
Se volete approfondire il tema trattato nell’articolo, posso consigliarvi il libro “Segni sacri e simboli” di Sherrie Dillard. Anche se non l’ho letto, penso che sia un testo molto utile per chi vuole imparare a vedere la realtà con altri occhi. Su che cosa si basa il mio giudizio? Be’, ormai l’avrete capito: INTUITO…