La frase che state per leggere non vi piacerà, ma non è molto lontana dal vero: a momenti di grande felicità ne seguono inevitabilmente altri di tristezza e sconforto. Non è questione di sfortuna. Avviene, invece, perchè nell’Universo è all’opera una legge che costantemente tende a riportare in equilibrio tutti gli eccessi: sto parlando della Legge di Compensazione.
Secondo il principio dei vasi comunicanti, quando due liquidi si trovano ad un differente livello, tendono appunto a ricercare l’equilibrio. Tutto nell’Universo funziona in base a questo principio, e le emozioni umane non fanno eccezione. Ciò può essere riscontrato quando, ad esempio, una persona che si fidava ciecamente degli altri viene tradita o ingannata: tenderà inevitabilmente a chiudersi a riccio e a non fidarsi più di nessuno. Questo passaggio tra due estremi opposti evidenzia uno squilibrio, che in qualche modo dovrà essere superato: dopo qualche tempo infatti, grazie all’elaborazione di ciò che ha vissuto, la persona potrà trovare la giusta via di mezzo tra la fiducia cieca e la totale sfiducia, raggiungendo finalmente un equilibrio interiore.
La questione su cui intendo concentrare l’attenzione però è un’altra, ovvero: è proprio inevitabile che ad una emozione gioiosa ne segua ben presto un’altra di segno opposto?
Quando si parla di temi che toccano la sfera spirituale, non si può mai semplificare in maniera eccessiva, traendo conclusioni affrettate. Tuttavia, in linea generale, la probabilità che nelle nostre vite si verifichino eventi di tal genere – cioè rovinose cadute che seguono a vertiginosi picchi emozionali – è davvero elevata. Personalmente ho fatto molta “esperienza” in questo senso, e credo che la mia non sia certo una sfortunata eccezione.
A questo punto vi starete chiedendo: “A che mi serve allora essere felice, se poi dovrò soffrire?”, oppure “La felicità allora è davvero una chimera destinata a durare pochi istanti?”. Be’, potete stare sereni, perchè in realtà le cose non stanno esattamente così; esiste infatti una possibile via di uscita da tutto ciò, di cui ora vi parlerò. La premessa fondamentale è la seguente:
Il problema non risiede nella felicità in sé, bensì nel modo in cui la manifestiamo.
Il malessere che spesso segue un momento di intensa felicità, infatti, viene “attratto” proprio per riequilibrare un eccesso di segno opposto che si era prodotto nella nostra interiorità.
Immaginate di vivere delle situazioni in grado di donarvi grande gioia: avete finalmente trovato lavoro, oppure la persona che tanto vi piace ha acconsentito a uscire con voi, o una vostra opera creativa ha vinto un grande concorso… Fantastico, vero? In un attimo vi ritrovate catapultati al settimo cielo. A questo punto, però, vi invito a porvi una domanda “scomoda”, ovvero:
Se aveste nutrito totale fiducia nel fatto che questi lieti eventi, al momento giusto, sarebbero accaduti, avreste provato comunque il desiderio di esultare in tal modo?
La domanda è ovviamente retorica ed è proprio nella risposta che troviamo la soluzione. Imparando a vivere nella fiducia (preferisco parlare di “fiducia” piuttosto che di “fede”), gli eventi lieti inizieranno ad apparire e a fluire naturalmente nella vostra esistenza, giorno dopo giorno, uno dopo l’altro: per la Legge di Attrazione (che non è una trovata new age ma esiste realmente!), ognuno di essi ne attirerà infatti un altro. A patto però di non indulgere o eccedere nella felicità che provate.
A prima vista tutto ciò potrebbe apparire triste, ma vi assicuro che non lo è. Vivere la felicità in modo equilibrato non significa affatto “godersela meno” rispetto a chi fa salti di gioia esultando in modo “sguaiato”. Anzi, quando comincerete a vivere la felicità come una logica conseguenza del lavoro su voi stessi e sulla vostra interiorità, farete di lei una compagna di viaggio che non vi abbandonerà mai e sulla quale potrete sempre contare!
L’esultanza, al contrario, indica la percezione dell’eccezionalità o, peggio, irripetibilità dell’evento gaudioso, ed è un atteggiamento che spiana la strada alle delusioni che, inevitabilmente, giungeranno a ristabilire l’equilibrio.
Non vi sto certo proponendo di vivere un’esistenza priva di entusiasmo, quanto piuttosto di impegnarvi a trasformare le emozioni fugaci e illusorie in sentimenti maturi, capaci di condurvi per mano lungo un sentiero che, come per magia, vi apparirà sempre più luminoso…