Come si fa – vi chiederete – a rimanere positivi in un mondo prevalentemente sintonizzato sulla frequenza del pessimismo?
Gli ottimisti sviluppano alcuni tratti del carattere, se non delle vere e proprie competenze, che li aiutano in questo. Si può dire che l’ottimismo è qualcosa che possiamo imparare, qualcosa che possiamo fare nostro. Esistono 20 regole d’oro per condurre un’esistenza colorata e positiva, come spiega Franck Martin nel suo libro “Ottimisti!”. Vediamo 5 di queste regole, che possiamo seguire se vogliamo creare dei meccanismi automatici di pensiero positivo.
1) Non è la realtà a limitarci, ma la nostra interpretazione della realtà.
Facciamo un esempio. State camminando per strada e un vostro amico vi passa accanto senza salutarvi. Il vostro primo pensiero probabilmente sarà: “Che maleducato, la prossima volta che lo vedo sarò freddo e distaccato visto che non mi ha nemmeno salutato”. L’ottimista oggettivo, invece, sarà capace di rimanere svincolato da ogni interpretazione. La realtà dei fatti è che il vostro amico è passato senza salutarvi, le possibili spiegazioni del perchè sono infinite, e l’unica giusta la sa soltanto il vostro amico. Sarà quindi vostro compito, se per voi è importante, chiedere spiegazioni a lui. Ed ecco qui: non potete cambiare i fatti, ma potete scegliere l’interpretazione che ne darete.
Scegliete ciò che vi permette di crescere e vi rende liberi, prospettandovi il maggior numero di possibilità.
2) L’ottimista vive in “modalità soluzione”.
Le persone positive tendono a trovare soluzioni, anziché restare ferme a rimuginare sul problema. L’analisi del problema è certamente importante, ma solo per poter passare successivamente all’azione in maniera mirata! L’ottimista è anche previdente: fa una lista di tutti i possibili ostacoli che potrebbero presentarsi lungo il percorso, così da trovare preventivamente una soluzione, almeno ipotetica.
Ecco il segreto del successo: formulare pensieri chiari, operativi, che possiamo trasformare in azioni tangibili.
3) Essere ossessionati sì… ma dai punti forti!
Ovvero, concentrare l’attenzione sui punti di forza nostri e altrui, cercando di svilupparli in misura sempre maggiore, anziché fissarsi sui punti deboli. E’ una pratica molto diffusa, per esempio, nello sport ad alto livello. Si tratta di mettere in campo tutte le risorse utili a rafforzare le capacità e i talenti naturali, invece di ridimensionare o ridurre al minimo le difficoltà.
Evidenziare i punti di forza nelle persone, le porta inconsciamente a ridurre i propri punti deboli.
4) Chi pensa positivo, vive e parla positivo.
Per essere felici, occorre allenamento. Una delle prime abitudini da cambiare è il linguaggio: sforzatevi di pensare, e quindi di parlare, in positivo, cioè riducendo al minimo l’uso della negazione. Un esempio pratico? Se state per affrontare il colloquio per il lavoro dei vostri sogni, non pensate “Questo è un treno che non posso perdere” o “Non posso permettermi di sbagliare”, ma riformulate il pensiero in “Questo è un treno su cui devo assolutamente salire” e “Farò di tutto per superare con successo questo colloquio”.
Riformulare i pensieri in chiave positiva permette di visualizzare quello che vogliamo davvero.
5) L’ottimista trae vantaggio dalle esperienze negative.
Gli ottimisti si analizzano, mentre i pessimisti si giudicano. I primi osservano in maniera distaccata ciò che può essere migliorato nel loro modo di fare, senza però sottovalutarsi né tanto meno condannarsi. Qualora abbiano preso un’iniziativa che non è andata a buon fine, non la interpretano come un fallimento, bensì come una fonte di insegnamento per il futuro.
Capita a chiunque di sbagliare: un errore può anche temporaneamente incidere sul ruolo che assumiamo agli occhi degli altri, ma non può in alcun modo mettere in discussione ciò che siamo.