Sospesa tra bene e male, è l’unica città a far parte sia del triangolo di magia bianca (insieme a Praga e Lione), sia del triangolo di magia nera (con Londra e San Francisco). Secondo gli occultisti, Torino sarebbe infatti sede prediletta dell’eterno scontro tra le forze della luce e quelle dell’oscurità.
Mentre il cuore della magia bianca viene fatto coincidere con la Fontana dei Tritoni, collocata nei giardini reali dietro Piazza Castello, il fulcro della magia nera si troverebbe in Piazza Statuto. Quest’ultima è considerata il cuore nero della città per due motivi. Primo, perché si trova ad occidente, in prossimità della Porta Decumana, luogo che, nella tradizione del mondo antico, rappresentava il quadrante dell’oltretomba, l’ingresso del regno dei morti. Ed inoltre perchè qui, in tempi remoti, vi era la Val Occisorum, luogo di uccisione e sepoltura: ne è testimonianza l’antica necropoli che, al tempo degli scavi per la costruzione della ferrovia, fu rinvenuta nel sottosuolo della città.
La piazza ospita oggi due simboli delle forze oscure. Il più imponente e famoso di essi è la Fontana del Traforo del Frejus:
Nato da un’idea del Conte di Veglio, presidente dell’Accademia delle Belle Arti, il monumento fu terminato nel 1879. Si tratta di una piramide costituita da grandi pietre che provengono appunto dal Traforo del Frejus. In cima al monumento si trova un Genio Alato che porta sul capo una stella a cinque punte. Sui massi della fontana giacciono inoltre le statue di alcuni Titani abbattuti dal Genio Alato. Alla luce dello spirito positivista del periodo storico in cui fu realizzata, quest’opera sarebbe un’allegoria della vittoria della Ragione (il Genio Alato) sulla forza bruta (i Titani). Altri leggono invece nelle statue raffiguranti i Titani la sofferenza degli uomini che lavorarono alla costruzione del traforo, considerando quindi il monumento come una sorta di memoriale dedicato agli operai che perirono durante questi lavori. Secondo alcuni, però, l’Angelo che si trova sulla cima del monumento sarebbe in realtà Lucifero, il Principe degli angeli caduti: con il viso rivolto verso est, dove sorge il Sole, Egli guiderebbe le forze dell’oscurità impegnate a sfidare la luce.
Nella piazza si trova inoltre l’obelisco geodetico, noto anche come “Guglia Beccaria”, sulla cui sommità sorge un astrolabio. Secondo gli esperti di magia, sarebbe questo il fulcro da cui promanano le forze oscure della città, il luogo in cui si aprirebbe la porta dell’Inferno:
Il patibolo rimase per secoli in Piazza Statuto, poi i francesi lo spostarono nel luogo conosciuto dai torinesi come Rondò della Forca, situato all’incrocio tra Corso Regina Margherita e Corso Valdocco. In questo punto esatto, scelto dai francesi per la prossimità all’antica prigione di Via Corte d’Appello, furono eseguite le pene capitali fino al 1863.
Quello del boia era un mestiere che si tramandava di padre in figlio, quasi fosse una irrinunciabile tradizione di famiglia… La vita del boia non era affatto semplice: egli era oggetto di profondo disprezzo, poiché da tutti considerato l’assassino – sia pur legalizzato – di uomini e donne appartenenti al suo stesso popolo. Quest’uomo, al fine di essere immediatamente riconosciuto da tutti, era obbligato per volere del Re a indossare un mantello scarlatto, utile anche ad assorbire e a mimetizzare le eventuali macchie di sangue derivanti dal suo “lavoro”. La casa del boia, tuttora esistente e regolarmente abitata, si trova in Via Bonelli, uno dei tanti luoghi di Torino in cui si respira ancora la magica atmosfera dei tempi che furono.
Un altro luogo oscuro della città si troverebbe in Via Lascaris. Qui, all’interno di un edificio che oggi ospita una banca, sorgeva in passato la sede di una Loggia Massonica. Alla base di questo palazzo si trovano delle strane fessure a forma di occhi, che dovevano essere dei punti di sfiato e/o di illuminazione per i locali sotterranei, ma che rappresentano comunque un enigma per l’osservatore.
Negli anni si è diffusa la credenza che si trattasse degli occhi del diavolo: di conseguenza, anche questo luogo è stato additato come fortemente intriso di cariche negative.
Ma ancora più inquietante è uno “sguardo demoniaco” che, contro ogni aspettativa, emerge all’interno della centralissima Chiesa di San Lorenzo. Voluta dai Savoia, essa è ubicata sul lato nord-occidentale di Piazza Castello, accanto alla piazzetta del Palazzo Reale. L’immagine che segue, tratta dal libro “Torino segreta” di Lodovico Ellena, ritrae l’interno della Real Chiesa, offrendone però una veduta davvero inattesa e per certi versi sconvolgente: