1984

E’ stata dura, ma l’ho letto fino all’ultima pagina! 1984 di George Orwell è un romanzo visionario, bellissimo e terribile, che descrive minuziosamente i metodi, violenti e cervellotici allo stesso tempo, per mezzo dei quali il potere cerca disperatamente di sopravvivere a se stesso. 1984 parla di un potere di stampo totalitario e dittatoriale, ma molto di quel che racconta è perfettamente sovrapponibile a quanto avviene nei sistemi democratici dei giorni nostri. Incredibilmente attuale, quindi, nonostante sia stato scritto più di 70 anni fa. È semplicemente un capolavoro della letteratura mondiale, che fornisce un’infinità di spunti di riflessione non solo sui meccanismi occulti del potere, ma anche sulla potenziale capacità di fare del male che si annida in ognuno di noi. Orwell ha voluto ricordarci che se non siamo coscienti di poter fare del male, non possiamo realmente scegliere di fare del bene.

Vediamo, in breve, la trama (che si svolge probabilmente nel 1984, anche se lo stesso protagonista non ne è del tutto sicuro), e puntiamo poi l’obiettivo sugli aspetti salienti del racconto.

La trama

1984. Il mondo è diviso in tre continenti, tre superpotenze totalitarie costantemente in guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. La popolazione dell’Oceania, la cui capitale è Londra, è suddivisa, secondo una rigida gerarchia discendente, in membri del Partito Interno, membri del Partito Esterno, e prolet (ovvero la massa indistinta e sfruttata dei proletari, che corrisponde all’85% degli abitanti). La società è governata secondo i principi del Socing, il Socialismo Inglese, dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa. I suoi occhi sono i teleschermi che spiano la vita degli individui ad ogni ora del giorno e della notte, il suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto di dissidenza. Non c’è legge scritta. Niente, in apparenza, è proibito. Tranne pensare in maniera difforme rispetto agli inviolabili dettami del Socing. Tranne amare, se non con il fine esclusivo di riprodursi. Tranne divertirsi, se non frequentando i circoli sociali e partecipando alle gite organizzate dal Partito. Tranne vivere, se non secondo gli usi e costumi imposti dall’infallibile Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. Ovunque giganteggiano manifesti che lo ritraggono, con i suoi grossi baffi neri; ovunque risuonano gli slogan politici da lui ideati: “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”.

Dal loro rifugio e nido d’amore, che appare come un’oasi all’interno di un desolante scenario di miseria morale e materiale, il protagonista, Winston Smith – “l’ultimo uomo in Europa”, questo il titolo che avrebbe preferito l’autore – e Julia, la sua compagna, lottano disperatamente per conservare un granello di umanità.

Il Grande Fratello ti sta osservando

Gli abitanti di Pista d’Atterraggio 1, ovvero della terra un tempo nota come “Gran Bretagna”, vivono in un perenne stato di timore e soggezione, perché sono costantemente sorvegliati dalla Polizia del Pensiero, la psicopolizia segreta del partito. Ovunque ci sono teleschermi e microfoni pronti a cogliere persino la più sottile dimostrazione di dissidenza nei confronti del Grande Fratello, l’onnisciente e onnipresente essere che si trova a capo del Partito Interno.

Big Brother is watching you

La guerra

Il mondo di 1984 è costituito da tre supercontinenti – ovvero Oceania, Eurasia ed Estasia – che vivono in uno stato di guerra perenne tra loro.

Il vero obiettivo del continuo ed estenuante sforzo bellico non è quello di prevalere sul nemico, bensì quello di permettere al Partito di mantenere il potere. La guerra viene usata per distruggere tutto ciò che viene prodotto e quindi impedire l’avanzamento sociale della popolazione, che viene mantenuta in una condizione inalterabile di povertà, ignoranza e dipendenza psicologica. Lo stato di soggezione in cui si trovano gli individui è talmente opprimente da rendere qualunque anelito alla ribellione semplicemente impensabile.

L’odio

In 1984 regna sovrana la diffidenza reciproca, che sfocia in un’isteria collettiva abilmente sfruttata dal potere. Ogni giorno vengono organizzate manifestazioni d’odio in cui le persone riversano tutte le loro emozioni negative nei confronti del nemico numero uno del partito, Emmanuel Goldstein. Non si sa se quest’uomo esista realmente, o se sia ancora in vita, ma il suo “fantasma” è del tutto funzionale agli obiettivi del Partito, che lo utilizza come perfetto capro espiatorio su cui convogliare tutta la rabbia e la frustrazione del popolo. L’odio nei confronti dell’altro, in effetti, è uno strumento che ogni sistema di potere utilizza abilmente al fine di creare divisione tra i cittadini, ottenendo così l’assoluzione per se stesso.

La delazione costituisce ovviamente il cardine di questo mondo distopico (dove per “distopico” intendo l’esatto contrario di “utopico”). Nel romanzo (come purtroppo anche nella realtà dei più biechi regimi dittatoriali), fin dalla più tenera età i bambini vengono addestrati a fare le spie, e l’indottrinamento mentale che subiscono è talmente sistematico e crudele da spingere alcuni di essi a denunciare persino i propri genitori come “pensierocriminali”.

Psicoreato e Novalingua

Anche il solo formulare pensieri in opposizione ai dettami del Partito è considerato un reato – definito “pensierocrimine” – a causa del quale si può essere “vaporizzati”, ovvero fatti sparire nel nulla e nell’oblio. Un individuo che viene vaporizzato diventa una non-persona, qualunque prova della sua passata esistenza viene cancellata. Tale sorte infausta tocca anche agli individui che, pur essendosi perfettamente integrati nel sistema instaurato dal Grande Fratello, mostrano di essere troppo intelligenti, cioè di comprendere in maniera troppo lucida i perversi meccanismi su cui si basa il potere esercitato dal Partito.

Per eliminare completamente la possibilità di commettere uno psicoreato, il Partito crea la Novalingua, una lingua innovativa, arida e alienante, in cui le parole che rendono possibile formulare pensieri di dissidenza verso il Grande Fratello non compaiono affatto, oppure assumono significati di scarsissima rilevanza, legati al banale vivere quotidiano.

L'odio 1

Il Bipensiero

Per essere in grado di ignorare tutte le contraddizioni della politica del Socing, e quindi evitare di essere vaporizzati, gli abitanti di 1984 devono applicare il bipensiero, il quale permette di considerare veritiere delle affermazioni prive di logica, o di credere simultaneamente alla veridicità di concetti del tutto contrastanti tra loro.

Gli slogan del Socing – “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza” – sono un perfetto esempio di bipensiero. Rientrano in quest’ambito anche i nomi dei vari ministeri: nel Ministero dell’Amore vengono incarcerati e torturati i dissidenti politici, nel Ministero della Verità vengono falsificate le notizie, nel Ministero dell’Abbondanza viene pianificata la produzione dei beni destinati alla guerra, nel Ministero della Pace vengono pianificati i conflitti con le altre superpotenze.

La mistificazione della realtà

Il famigerato Partito Interno, alla cui testa si trova il Grande Fratello, mantiene il proprio potere non solo tramite il controllo assoluto sugli individui, ma anche attraverso uno strumento folle e geniale al tempo stesso, ovvero la totale falsificazione della realtà dei fatti: si tratta di una gigantesca opera di mistificazione messa in atto attraverso la sistematica pubblicazione di giornali, libri, documenti, fotografie e film ricolmi di notizie create ad arte. Questo aspetto crea sconcerto nel lettore di 1984, il quale si sente come trascinato all’interno di un mondo in cui nulla appare come realmente è, un mondo in cui la Menzogna viene elevata al rango di Verità assoluta e incontestabile. Quello descritto da Orwell, cioè, potrebbe essere definito come un autentico Regno dell’Immaginazione Dis-topica (oltre che Dis-potica). Impossibile non rilevare qui le doti visionarie dell’autore, il quale ha saputo anticipare con imbarazzante lucidità il ruolo di “valletti del sistema di potere dominante” che i mass media avrebbero sempre più assunto nel corso dei decenni, non solo in seno alle dittature, ma senza dubbio anche all’interno delle cosiddette “democrazie”.

Winston e Julia, gli eroi di 1984

Winston Smith, il protagonista del libro, si ritrova imprigionato in questo quadro desolato e senza speranza. Si comporta come un cittadino perfettamente allineato ai dettami del Partito, ma in realtà non riesce a ignorare la pazzia e le menzogne del mondo in cui è costretto a vivere. Questa situazione provoca in lui un profondo odio inespresso nei confronti del Grande Fratello.

Il suo primo vero atto di ribellione avviene quando decide di comprare un quaderno e una penna e di cominciare a scrivere un diario, cercando di non essere visto dall’onnipervasivo occhio del Grande Fratello: già solo quello della scrittura, infatti, è considerato un gesto eversivo, passibile di arresto da parte della Polizia del Pensiero.

Al di là della ritrovata capacità di scrivere, la vita di Winston si trascina miserabile e priva di speranza. Tutto cambia però quando incontra Julia, una giovane ragazza che all’apparenza è una perfetta sostenitrice del Partito, ma che in realtà, come lui, disprezza il Grande Fratello.

Pur nella difficoltà di incontrarsi e di parlarsi senza essere scoperti, i due iniziano una relazione. Il loro rapporto è un vero e proprio atto politico, perché secondo il Partito l’atto sessuale è ammesso solo in ambito matrimoniale e deve avere come unica finalità la riproduzione. Winston e Julia sanno perfettamente di essere destinati ad essere scoperti e torturati, ma nonostante ciò si ripromettono di non rinnegare il loro amore.

A un certo punto i due entrano a far parte di un’organizzazione segreta chiamata “Fratellanza”, che ha come obiettivo la distruzione del Partito. Sfortunatamente, questa organizzazione si rivela però nient’altro che una trappola tesa loro dalla psicopolizia: Winston e Julia vengono dunque arrestati e imprigionati separatamente nel Ministero dell’Amore.

Winston e Julia

L’individuo senza più coscienza

Torturato ripetutamente, Winston progressivamente accetta come vero tutto ciò che gli viene detto, inizia ad applicare il bipensiero e arriva persino a credere che 2+2 faccia 5, se il Partito sostiene che sia così. La sua mente è ormai alterata, ma il suo amore per Julia è ancora intatto. Proprio al fine di distruggere definitivamente questo sentimento e di rimpiazzarlo con l’amore assoluto per il Grande Fratello, gli aguzzini conducono Winston nella stanza 101, e qui lo mettono di fronte alla sua più grande fobia: un nugolo di ratti affamati pronti a divorargli il volto. Pur di riuscire a evitarli, Winston grida di prendere Julia e di torturare lei al suo posto. A questo punto l’indottrinamento è completo: Winston non è più Winston, ma semplicemente un altro oscuro membro del Partito che ama completamente il Grande Fratello.

L’autore sottolinea così come sia possibile, grazie all’uso strumentale della Paura, ridurre qualunque essere umano in un completo stato di soggezione psichica, trasformandolo in un automa privo di coscienza e volontà, capace di compiere in maniera meccanica atti di terribile malvagità. «Non ci sono eroi»: questo è ciò che afferma, in maniera lapidaria, George Orwell.

Una speranza e un dubbio

Nonostante il finale sconvolgente, il libro sembra chiudersi con una possibile speranza. Nell’appendice, dedicata alla descrizione dei principi su cui si basa la Novalingua, l’autore infatti si riferisce al Partito come se appartenesse ormai al passato. Si lascia quindi intendere che il Grande Fratello non abbia più il controllo dell’Oceania, e che la storia di Winston abbia forse aiutato, a suo modo, questo processo.

In ogni caso, qualunque cosa si possa pensare a proposito di questo romanzo terrificante, credo che la genialità visionaria di George Orwell sia fuori discussione. Mi sorge perciò un dubbio: che non appartenga proprio all’autore l’Occhio che tutto vede e tutto sa? Che non sia lo stesso Orwell il Grande Fratello che, dal regno metafisico in cui si trova, continua imperterrito a spiare ogni nostra mossa in questo mondo folle, in attesa di un moto di Risveglio, o almeno di un sussulto di Dignità, da parte nostra?

George O