Veleni di natura (3)

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Prosegue qui di seguito l’excursus sulle piante velenose più note ed utilizzate, in molti casi, fin dall’antichità:

Mandragora 1Mandragora. Appartenente alla famiglia delle Solanacee, cresce spontaneamente nei climi caldi ed è comune nell’Italia meridionale. E’ da sempre considerata la pianta più magica che esista, un talismano dal potere universale. Ha l’aspetto di un essere umano e, per questa ragione, Paracelso la considerava utile praticamente per qualsiasi scopo.
Per la sua efficacia nel favorire il concepimento compare persino nella Genesi. Secondo i cabalisti, essa spuntò dalla terra dopo che Adamo, durante il sonno, ebbe versato il suo seme, e per questo motivo assunse sembianze umane, con testa pelosa, tronco e arti inferiori costituiti da una radice biforcata. Nell’opera “Stregonerie ed eresie”, il gesuita Martin del Rio scrisse che la mandragora cresceva solo sotto gli alberi dove era stato impiccato qualcuno; se lasciata nella terra, in sette anni la pianta diventava un essere vivente, angelico o demoniaco, di cui ci si poteva servire per scopi magici.
Pianta soggetta all’influsso della Luna, cara ad Afrodite e ad Ecate, le sue proprietà erano molteplici e tutte meravigliose: permetteva a donne sterili di concepire, restituiva vigore sessuale a uomini vecchi e stanchi, guariva l’emicrania e il torcicollo, lisciava la pelle degli anziani, faceva produrre più latte alle proprie mucche e meno a quelle del vicino; inoltre aiutava a rendersi invisibili e proteggeva dagli agguati; poteva persino indicare i luoghi in cui erano nascosti dei tesori.
La mandragora è tossica se ingerita, ma può essere bruciata con incenso nei rituali per la fortuna, il denaro, il successo, la salute e l’amore.

Papavero da oppioPapavero da oppio. Le sue proprietà erano già note agli antichi greci, che lo utilizzavano per placare dolori lancinanti e indurre narcosi. Secondo il mito, davanti all’antro del Sonno c’era un campo di papaveri e la Notte li raccoglieva, ne spremeva il succo e lo spargeva sulla Terra per far dormire gli uomini. Fu usato come sedativo per migliaia di anni, finchè Paracelso inventò una tintura a base di oppio, zafferano e spezie fatte macerare nel vino, da cui poi derivò il laudano. L’uso magico di questa pianta, soggetta all’influsso della Luna e sacra a Demetra, è correlato ai rituali di veggenza, ma non ha mai conosciuto grande diffusione a causa dei pericolosissimi effetti collaterali.

Prezzemolo. Può sembrare assurdo che quest’erba aromatica profumata e largamente utilizzata in cucina sia considerata potenzialmente nociva: se presa a piccole dosi, infatti, è ottima per insaporire carni e verdure, ma anche utile per il potere diuretico e leggermente lassativo. A dosi elevate, però, il prezzemolo è tossico, e in passato è stato largamente impiegato dalle streghe per procurare aborti, sotto forma di decotti ad altissima concentrazione. E’ soggetto all’influsso planetario di Mercurio e viene bruciato nei rituali per aumentare i poteri mentali.

Radice del diavolo. Pianta sotto gli influssi di Marte, era utilizzata soprattutto dalle popolazioni del nord Europa, che pensavano avesse gli stessi portentosi poteri della mandragora, quest’ultima scarsamente diffusa nei climi freddi. Un pezzetto di radice del diavolo agisce come catalizzatore, rendendo più facili le operazioni magiche. Entra nei rituali per la fortuna, il denaro, la salute e l’amore. Non va ingerita, ma solo portata addosso o bruciata.

RutaRuta. Consacrata a Saturno, la ruta si brucia con incenso nei rituali di esorcismo, ed è utilizzata a questo scopo fin dall’antichità: lo stesso Aristotele la consigliava per contrastare gli spiriti maligni e gli effetti negativi degli incantesimi. Giovanbattista della Porta la mescolava a cedro, assenzio, luppolo, eupatoria ed elleboro per ricavarne un rimedio miracoloso contro la lebbra; inoltre affermava che gli uccelli scaltri, per non farsi prendere dai gatti, ne mettessero i semi sotto le ali, diventando invisibili. Per secoli è stata usata per aromatizzare liquori e vini, tra cui l’idromele, ma il suo decotto ha azione tossica e abortiva. Le sue proprietà digestive vengono oggi sfruttate mettendone alcuni rametti nelle bottiglie di acquavite. Ingerita in piccole quantità, si dice che aumenti la potenza sessuale.

Tasso Tasso. Originario del nord Africa e del Medio Oriente, ha foglie lineari con apice appuntito e bacche rosse e carnose. Per i Celti rappresentava la morte, la rinascita, le conoscenze segrete; il succo dei suoi semi era molto usato in battaglia per avvelenare le armi, il suo legno era impiegato per fabbricare scudi magici che proteggevano dalle ferite. Nel Rinascimento lo si riteneva talmente velenoso da far ammalare chiunque si sedesse alla sua ombra. Soggetto all’influsso planetario di Saturno e sacro ad Ecate, ai nostri giorni si usa bruciarne il legno negli incantesimi divinatori.

[Le informazioni contenute nell’articolo sono tratte dal libro «I giardini incantati» di Devon Scott]