Il Triskell – scritto anche come Triskel, Triskellion, Trischele – ha origine nel cuore del continente europeo. Se ne trovano numerose tracce già nel Neolitico; in seguito, intorno al quarto secolo a.C., una sua forma più stilizzata compare nella cultura La Tène. Sue rappresentazioni sono state rinvenute nell’isola di Mann, in Inghilterra, in Francia e Germania. Presso vari popoli guerrieri, il Triskell è stato poi adottato come simbolo di potere e di sacralità. Nell’undicesimo secolo è entrato a far parte dello stemma della Sicilia in forma antropomorfizzata, con il disegno di tre gambe ruotanti intorno ad un viso dai capelli biondi.
Il Triskell incarna il principio ternario su cui si basa la creazione. Considerando l’importanza del numero 3 presso le popolazioni celtiche, si può ritenere che il Triskell rappresentasse molteplici aspetti di questa cultura, sia materiali che spirituali. Nel triplice vortice che costituisce il Triskell si incarnavano le energie di diverse divinità, sia maschili che femminili, tra cui ad esempio la dea Morrigan, con le sue tre manifestazioni Macha, Badb e Nemain; gli dei Nuada e Dagda, manifestazioni del potere solare, della rotazione degli eventi e dell’eterno rinnovarsi della vita; il dio Taranis, simbolo dell’energia vorticosa da cui scaturisce la creazione. Quando è associato a Taranis, il Triskell viene visto come lo scaturire di fulmini dal centro geometrico verso l’osservatore; chi viene trafitto dai fulmini scagliati dal dio, ne riceve energia e potere, e diventa depositario della sua volontà.
La simbologia ternaria rappresentata dal Triskell si presta a numerose interpretazioni: il tempo come passato, presente e futuro; le tre fasi collegate al movimento apparente del sole, ovvero alba, zenith e tramonto; i tre elementi su cui si basava la creazione secondo i celti, cioè fuoco, terra e acqua; l’intersecarsi di spirito (aria), azione (fuoco) e materia (acqua), dove il termine “materia” messo in relazione con l’elemento liquido rappresenta la sostanza che scaturisce dall’inconscio e genera la manifestazione. Nella tradizione alchemica, il Triskell può simboleggiare la triplice composizione dell’uomo, ovvero spirito, anima e corpo (mercurio, zolfo e sale).
Triskell “levogiro” o “destrogiro”
Il Triskell può essere raffigurato in due differenti versioni. Il Triskell “levogiro” è considerato “negativo” non dal punto di vista morale, ma in quanto aiuta a riequilibrare le energie in seguito alla distruzione di elementi che impediscono una certa realizzazione. Nel folklore, esso è considerato un amuleto efficace contro il malocchio o la magia nera, ma anche utile a contrastare tendenze o strutture energetiche esterne, avverse a quelle dell’utilizzatore.
Il Triskell “destrogiro” è invece considerato “positivo”, nel senso che è dotato di funzioni più simili a quelle di incremento delle energie libere della natura. Il potere di questo simbolo può essere utilizzato ponendolo all’ingresso di ambienti che richiedono un buon equilibrio tra corpo, mente e spirito, come ad esempio luoghi sacri o locali in cui si effettuano pratiche di guarigione olistica, meditazione o yoga.
Usi pratici del Triskell
Nella nostra epoca, dominata dall’uso di strumenti digitali e in cui si stanno sempre più perdendo le abilità manuali, il semplice gesto di scolpire su legno o su pietra questo simbolo, può essere considerato un vero e proprio rituale magico, in grado di provocare cambiamenti positivi nel proprio stato energetico.
Un utilizzo tradizionale del Triskell lo vede protagonista in cucina, o negli ambienti in cui si producono, trasformano e conservano cibi e bevande. E’ sufficiente disegnare il simbolo su contenitori e bottiglie, a mano o servendosi di una forma che aiuti a riprodurlo: lasciate che agisca e vedrete che l’acqua sarà più dissetante e i lieviti o i fermenti aumenteranno la loro efficacia. Se non ve la sentite di disegnare il Triskell, potete semplicemente stamparlo e applicarlo su bottiglie, contenitori, borse della spesa, ceste destinate alla raccolta di frutta e verdura. Per questi utilizzi è necessario servirsi del simbolo in versione destrogira.
[Le informazioni contenute in questo articolo sono tratte dal libro “Geometria Sacra – Simboli di Potere” di Pierluca Zizzi]