I Druidi nel mondo celtico

I Celti erano popoli indoeuropei che iniziarono a consolidare la loro identità a partire dal terzo millennio a.C. in un’area compresa tra l’alto Reno e le sorgenti del Danubio, e che raggiunsero il loro massimo splendore tra il quinto e il terzo secolo a.C. Essi tramandavano le proprie conoscenze legate al mondo della natura di generazione in generazione, diffondendo in tutto il continente europeo tradizioni e credenze che sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo, mantenendo intatto il loro fascino fino ai giorni nostri. Il compito di gestire e tramandare il sapere dei popoli celtici era affidato ai Druidi.

Il termine “druido” sembrerebbe provenire da “drus” cioè “quercia”, oppure da due parole di orgine indoeuropea, “due” e “wid”, rispettivamente traducibili come “folto” e “saggezza”. Tali etimologie, per quanto incerte, evocano la conoscenza primordiale della natura. In effetti, ai Druidi era affidato l’arduo compito di indagare i misteri del cielo e di conoscere ogni aspetto della natura e dei cicli vitali.

I primi riferimenti a questi antichi uomini d’ingegno appaiono nei testi degli antichi Romani, in particolare il “De bello gallico” di Giulio Cesare, che racconta la conquista della Gallia del I secolo a.C. Da questi racconti si evince quanto fosse importante la figura del Druido all’interno della società celtica.

I Druidi tra fantasy e realtà

In genere immaginiamo il Druido come un vecchio dall’aspetto ieratico, con la lunga barba bianca e i capelli sciolti sulle spalle, che indossa un’ampia tunica lunga fino ai piedi e probabilmente un mantello quando è in viaggio oppure durante l’inverno. Il cinema fantasy non ha fatto altro che rafforzare questa suggestiva immagine nella nostra mente. Tale raffigurazione potrebbe anche contenere qualche elemento di verità, ma probabilmente si riferisce più all’epoca medievale, piuttosto che a quella classica (ovvero l’epoca dell’antica Roma).

Gandalf

Grazie agli autori romani che hanno scritto sui Celti per diretta conoscenza, sappiamo che i Druidi si vestivano di bianco durante alcune delle loro cerimonie sacre e che periodicamente si radunavano in centri “pan-celtici”. Mentre l’ubicazione di questo centro in Gallia è ancora oggetto di investigazione da parte dell’archeologia, possiamo affermare che in Irlanda tale centro sacro fosse localizzato presso la collina di Tara.

Da varie informazioni riportate da Jean Markale nel suo saggio “Il Druidismo”, possiamo presumere che esistesse un altro santuario nell’attuale Gran Bretagna, probabilmente in Scozia o in Galles, a cui sia i Druidi della Gallia che quelli d’Irlanda facevano riferimento per l’apprendistato. Solo dopo un lungo periodo di addestramento, infatti, il Druido veniva definitivamente consacrato come tale; anche dopo la consacrazione continuava comunque a partecipare alla vita della comunità, condividendone le occupazioni.

Non solo sacerdoti

I sacerdoti celti conoscevano il linguaggio misterioso delle foglie, delle rocce, delle acque. Maghi e indovini, apprendevano i loro saperi nel cuore della foresta, nei sacrari all’aperto chiamati “nemeton”.

Le funzioni dei Druidi erano tuttavia molteplici e onnicomprensive: essi erano infatti non solo sacerdoti, ma anche educatori e giudici.

In Gallia, in Britannia e in Irlanda, i Druidi costituivano una classe sacerdotale. Non erano dei monaci come nel medioevo cristiano, ma più probabilmente una confraternita con un’organizzazione gerarchica, al cui vertice vi era il capo supremo, mentre i sottoposti ricoprivano diversi ruoli a seconda dell’area di competenza: alcuni erano sacerdoti del culto, altri erano consiglieri di questi ultimi o dei capi supremi, altri ancora erano giudici, medici, insegnanti, astronomi.

Druido 1

I Druidi erano anche musici, poiché molti incantesimi e rituali di preghiera si svolgevano con l’ausilio del canto e della danza. L’insegnamento druidico sotto forma di canti e di prosa in rima è andato in gran parte perduto, poiché veniva trasmesso esclusivamente in forma orale. E’ tuttavia lecito supporre che nella mitologia celtica siano contenuti molti insegnamenti druidici.

In quanto detentori del sapere, i Druidi erano ovviamente anche insegnanti ed educatori: tra i loro allievi vi erano non solo “aspiranti” Druidi ma, più in generale, tutti coloro che aspiravano alla conoscenza.

Il Druido, quindi, era fondamentalmente uno studioso il cui sapere aveva però una finalità essenzialmente pratica. Era versato anche nella medicina, e in tale veste potrebbe essere paragonato a una sorta di sciamano: era infatti un grande conoscitore dei poteri curativi di erbe e piante, un abile chirurgo a livello fisico ma, al tempo stesso, un terapeuta delle malattie dell’anima.

I sacrifici umani

Si ritiene che i Druidi praticassero anche sacrifici umani, e che questo aspetto abbia avuto un ruolo rilevante nel progressivo declino della civiltà celtica: i Cristiani infatti fecero leva proprio sull’insensatezza di questa pratica per spingere le popolazioni ad abbandonare gli antichi culti pagani. Presso i Celti, comunque, i sacrifici umani avvenivano raramente: essi erano spesso legati a grandi eventi che si svolgevano ogni cinque anni per onorare gli dei o spegnere la loro collera e solo in gravi circostanze venivano praticati per conoscere la volontà divina o per propiziare gli spiriti. Molto spesso, inoltre, chi veniva sacrificato si offriva volontario, nella convinzione che si trattasse di un grande onore. In mancanza di volontari, si sacrificavano i prigionieri. Rientra nei sacrifici anche il taglio della testa dei nemici in battaglia, praticato non solo per esibire la propria superiorità, ma anche per impedire che lo spirito del nemico tornasse a vendicarsi.

Sacrificio

ll ruolo delle donne tra i Druidi

Esistevano donne tra i Druidi? Grazie al “De bello gallico” e agli scritti di Plutarco, Strabone e Tacito, scopriamo che non c’era distinzione di genere: anche le donne divenivano Druidi a tutti gli effetti, partecipando a qualsiasi attività connessa a quel ruolo e prendendo anche parte ai negoziati politici. Le stesse tradizioni irlandesi ci ricordano che la dea Brigid (divenuta poi santa Brigida) era venerata proprio dalle Druidesse dette “Baduri” o “Banfilid”. Inoltre la storia antica contiene numerose tracce di donne influenti che presero parte a guerre, assedi e conquiste tra Irlanda e Regno Unito. Citiamo ad esempio le vicende di Boudicca, regina degli Iceni (popolazione stanziata nell’Inghilterra orientale): discendente di una Baduri, Boudicca è passata alla storia per aver guidato una grande rivolta dei Britanni contro i conquistatori romani nel 60 d.C.

Boudicca 1