Il mistero dell’Uomo Verde

L’Uomo Verde, o Green Man, è una figura archetipica connessa con la ciclicità e con la forza immanente della Natura; è lo spirito guardiano dei boschi, forse un antichissimo dio della vegetazione e della fertilità trasversale a molte culture, nelle quali prende i nomi di Pan, Cernunno, Dioniso…

Viene raffigurato come un volto umano la cui pelle è fatta di foglie. Nell’illustrazione in testa all’articolo, tratta dal mazzo di carte “Heart of Faerie Oracle”, sono artisticamente riprodotte foglie di quercia, agrifoglio, edera e la foglia palmata dell’acero. Due rami si biforcano simmetricamente come corna, e tra il fogliame spunta un rametto di vischio, pianta sacra dei Druidi, con la sua bacca. Tra le labbra del Green Man germogliano rametti di sorbo con le caratteristiche bacche rosse: il sorbo degli uccellatori, come viene comunemente chiamato, rappresenta nella tradizione druidica il ritorno della luce ed il risveglio della Natura al termine della lunga e rigida stagione invernale.

Questa antica venerazione nei confronti della forza della Natura è andata perdendosi nel Medioevo, quando le vecchie divinità sono tramontate e il Green Man è diventato una sorta di maschera decorativa, talvolta benevola e sorridente ma più spesso spaventosa, feroce e beffarda. Vi è però una terza tipologia di Green Man, nella quale i volti appaiono spaventati e sofferenti. Nel tardo Medioevo infatti, specie dopo la terribile esperienza della Peste Nera, la raffigurazione di Uomini Verdi gioiosi e pacifici era un fatto assai inconsueto.

Uomo Verde scolpito

Benché molti siano inclini a cercare un’origine celtica della figura, nella tradizione europea essa è di origine romana, come dimostrano le teste folliate risalenti al secondo secolo d.C. Il più antico Uomo Verde conosciuto in contesto cristiano si trova su una pietra tombale a Poitiers, ma la figura rimane rara nell’iconografia cristiana fino al dodicesimo secolo, trovando forse il suo apice solo nel secolo successivo: risale appunto a quest’epoca la principale “incarnazione” del Green Man come immagine scolpita in legno o pietra all’interno di chiese, cattedrali e abbazie. Dopo il Rinascimento (quindicesimo secolo) e la Riforma (sedicesimo secolo), l’Uomo Verde continuò ad essere usato come decorazione architettonica, cadendo in disuso soltanto all’alba del ventesimo secolo. Negli anni ’90 questa figura è stata però riscoperta: immagini del Green Man sono state ampiamente utilizzate, ad esempio, nel restauro del castello di Windsor.

Il periodo più significativo nella vita dell’immagine scolpita fu comunque il Medioevo, quando migliaia di Uomini Verdi furono inclusi nell’iconografia delle chiese. E, a dispetto della completa mancanza di un qualsiasi resoconto dell’epoca, o di una spiegazione sul perché egli sia stato inserito tra i santi e i peccatori della tradizione cristiana, potentemente emerge la sensazione che l’Uomo Verde convogli nei luoghi di culto un significato profondo, anche se espresso in maniera criptica, non esplicita (altrimenti qualcuno ne avrebbe forse scritto?). Le raffigurazioni del Green Man sono molto più che decorazioni convenzionali, e si trovano localizzate in luoghi importanti e significativi. In realtà non tutte le costruzioni erano impostate secondo un simbolismo pienamente compreso, ed è probabile che molte decorazioni fossero la mera copia di modelli preesistenti. Tuttavia la maggior parte delle immagini, specialmente nelle chiese parrocchiali, avevano finalità didattiche: il loro scopo era quello di mantenere il popolo dei credenti sulla stretta e retta via, mostrando le terribili conseguenze dell’empietà e della blasfemia. E’ probabile che anche l’Uomo Verde, a un certo punto, abbia preso ad incarnare questo ruolo, perdendo le fattezze del benevolo dio della Natura e assumendo sempre più quelle di un demone, a volte inquieto, non di rado inquietante…

The Green Man by Nahima