Avrete forse sentito parlare della tecnica dei 101 desideri, una meravigliosa meditazione di origine orientale che ci aiuta ad entrare in contatto con i sogni che albergano nel nostro cuore e, dunque, a conoscere meglio noi stessi. Questa tecnica è stata divulgata da Igor Sibaldi, notissimo (e simpatico) ricercatore spirituale, tramite il libro “Il mondo dei desideri – 101 progetti di libertà”. Se vi sentite attratti da questo argomento, vi consiglio di guardare il video nel quale Sibaldi illustra, in maniera chiara e anche molto poetica, le motivazioni che stanno alla base di questa tecnica e le modalità mediante le quali metterla in pratica:
La meditazione dei 101 desideri
Ho deciso di provare questa tecnica – che mi è subito sembrata bellissima – alcuni anni fa. Per moltissimo tempo, infatti, ho avuto la netta sensazione che la mia vita fosse non solo bloccata quanto alla realizzazione di sogni e aspirazioni profonde, ma – quel che è peggio – del tutto inibita anche a livello dei desideri più semplici e quotidiani: tanto per farvi un esempio, soffro di intolleranze alimentari e, quindi, il semplice fatto di nutrirmi può rivelarsi assai impegnativo per me, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Dedicarmi a questa meditazione mi ha aiutata a capire qualcosa in più sulla mia condizione. Molti desideri della lista si sono avverati in tempi abbastanza brevi; per quanto riguarda quelli rimanenti, penso che avranno maggiori possibilità di realizzazione a partire dal prossimo anno… non chiedetemi perchè! Vi spiego ora, a grandi linee, i fondamenti di questa tecnica.
La prima domanda cui cercherò di rispondere è: a che cosa serve focalizzare la propria attenzione sul tema del desiderio? Sibaldi fa notare che, ormai, non siamo quasi più capaci di esprimere ciò che noi vogliamo: è la società in cui viviamo che ci spinge a desiderare determinate cose e a rifiutarne altre. Questa acquisita incapacità di tenerci in contatto con i nostri sogni ci allontana profondamente dalla nostra stessa essenza.
Seconda domanda: perchè proprio 101? Un numero così elevato di desideri su cui riflettere serve proprio a rimetterci in contatto con la totalità dei nostri sogni, aiutandoci a superare le consuete barriere mentali che ci inducono a non chiedere mai troppo alla vita. Il centounesimo desiderio è il simbolo di una storia che può continuare all’infinito: i numeri dispari, infatti, sono attivi, in quanto contengono in sé il germoglio di una nuova idea, di un nuovo progetto…
Veniamo ora ai passi da intraprendere per dare impulso a questa meditazione. Prendete un quaderno di brutta e scrivete non 101, bensì… 150 desideri! Vi sentite già scoraggiati? Se così fosse, potrei capirlo: per me è stato abbastanza facile reperire 150 piccoli e grandi sogni dai cassetti della mia mente e del mio cuore, ma credo che, per gran parte delle persone adulte, si tratti di uno scoglio quasi insuperabile. Potrebbero volerci intere settimane di riflessione, ma vi assicuro che ne vale la pena! Quando avrete raggiunto quota 150, dovrete depennare dalla lista, anche se solo in via temporanea, 49 desideri. Una volta giunti a questo punto, trascriverete in bella copia i 101 desideri rimanenti.
Sono 10 le regole da seguire nella compilazione della vostra lista. Vediamole una per una.
UNO: Ogni desiderio deve iniziare con la formula “Io voglio…”.
DUE: Nei desideri non deve comparire la parola “non”, né qualunque altra forma di negazione. Scriverete, dunque, “Io voglio godere di buona salute” e non “Io voglio evitare di ammalarmi” o “Io non voglio ammalarmi”. Anche una formulazione del tipo “Io voglio rimanere incolume” è da evitare, in quanto centrata sul timore (negativo) di subire dei danni fisici, piuttosto che sulla volontà (positiva) di stare bene.
TRE: Ogni desiderio deve essere espresso mediante un massimo di 14 parole (ovvero “Io voglio” + altre 12 parole al massimo). Sono due i motivi di questa prescrizione. Il primo consiste nel fatto che quattordici parole sono, più o meno, quelle che compongono un respiro, e il respiro è vita. Il secondo motivo risiede nel fatto che, quando dobbiamo tergiversare per esprimere un concetto che dovrebbe starci molto a cuore, significa che non siamo abbastanza sicuri della sua importanza per noi.
QUATTRO: Non chiedete denaro. Il denaro, infatti, deve sempre essere considerato un mezzo, e mai un fine.
CINQUE: Non scrivete desideri in serie. Evitate i desideri in fotocopia, dove, cioè, cambia soltanto l’ambientazione o il modello di ciò che volete. Questa regola, tuttavia, non è da prendersi necessariamente alla lettera. Se in cuor vostro sentite che sarebbe davvero importante per voi fare un viaggio in Canada, uno negli Stati Uniti e uno in Messico, potete anche esprimere uno specifico desiderio per ciascuno di questi viaggi.
SEI: Non fate paragoni. Non chiedete, cioè, una ragazza bella come quella del vostro amico, o una fama simile a quella del vostro rapper preferito. Non dimenticate, infatti, che dovete concentrarvi su voi stessi, sui vostri desideri e non su quelli generati dal mondo esterno.
SETTE: Chiedete solo per voi stessi. Non è consentito interferire con le vite altrui, anche se spesso siamo tentati di farlo, specie nei confronti dei nostri familiari. Una madre, dunque, non potrà chiedere che il figlio trovi un nuovo lavoro.
OTTO: Non chiedete una relazione con una persona specifica. Questa regola poggia sulle stesse basi che sostengono quella precedente: è assolutamente vietato, infatti, tentare di interferire con la libertà delle altre persone. Lasciate i legamenti d’amore ai maghi ciarlatani e limitatevi a chiedere una relazione sana e appagante: in tal modo vi arriverà la persona giusta, e non un burattino che potrebbe causarvi, invece, molti problemi.
NOVE: Evitate desideri generici. Con questa espressione, si intendono i desideri la cui realizzazione sarebbe estremamente difficile da verificare. Se affermo “Io voglio diventare più buona”, non potrò giudicare se ciò avverrà realmente oppure no. In questi casi, occorre specificare bene il concetto che si desidera esprimere. Si potrebbe scrivere, ad esempio: “Io voglio dedicarmi a un’attività di volontariato nei confronti degli anziani”.
DIECI: Evitate i diminutivi. Se chiedete una “casetta”, potrebbe esservi recapitato il modellino di una casa! Siate coraggiosi, quindi, e chiamate le cose con il loro nome!
Una ulteriore regola (alla quale, comunque, Igor Sibaldi non fa cenno) sconsiglierebbe di esprimere desideri che potrebbero realizzarsi tramite un semplice atto di volontà. In base alla mia esperienza, tuttavia, penso che questa regola possa essere ignorata. Nonostante la volontà personale sia molto importante, infatti, dobbiamo ricordarci che essa non è tutto: molti sono i fattori e le motivazioni che possono, variamente e tenacemente, opporsi alla nostra volontà. E’ un discorso molto interessante e complesso, che meriterebbe davvero un articolo a parte. In questa sede, mi limiterò ad affermare che un desiderio del tipo “Io voglio aiutare mio fratello nei compiti di matematica” può essere estremamente utile, se mi aiuta a rafforzare la volontà di essere di aiuto al mio fratellino. Perchè non inserirlo nella lista, quindi?
Avete, finalmente, i vostri 101 desideri scritti nero su bianco. Ora non dovete fare altro che rileggerli tutti quanti una volta al giorno per un anno intero, meglio se a voce alta. Non si tratta di un lavoro impegnativo: per leggerli tutti occorrono circa tre minuti! Nel momento in cui un desiderio si realizza, dovete sostituirlo con un altro, che potrete scegliere, ad esempio, tra i 49 precedentemente esclusi. Se volete, potete continuare a leggere la vostra lista anche per più di un anno: l’importante è che, a un certo punto, prendiate a due mani il coraggio di strappare le pagine che la contengono; ciò non significa che dovete dimenticare i desideri contenuti nella lista, ma semplicemente che non dovete permettere loro di invadere la vostra vita… questo si chiama, in due parole, “non attaccamento”.
Secondo Igor Sibaldi, è provato che almeno un 30% dei 101 desideri si realizzi in tempi estremamente brevi. In base alla mia esperienza, posso piacevolmente affermare che, già entro i primi tre mesi, è probabile assistere alla realizzazione di un numero di desideri ben maggiore di quello indicato da Sibaldi. Quindi, che cosa state aspettando?